Per meditare e per seguire quindi il cammino della Mindfulness Immaginale ci sono alcuni criteri di cui tener conto. Si tratta di requisiti e al contempo sono anche gli ottenimenti di una pratica meditativa costante e sincera. Vediamone di seguito alcuni.
Primo requisito/ottenimento della meditazione:
depersonalizzazione – disidentificazione.
Pensiamo che le idee siano nostre, secondo un’accezione legata all’io. Attraverso la meditazione noi ci sentiamo parte del tutto, parte della Natura. Non c’è separazione tra il microcosmo e il macrocosmo, quindi le emozioni e i pensieri disturbanti si sciolgono.
Quando avvertiamo collera per qualcosa o qualcuno, il processo di depersonalizzazione/disidentificazione ci porta a capire che “non siamo la collera”; allo stesso modo quando avvertiamo tristezza capiamo che “non siamo la tristezza”. La meditazione ci aiuta a vivere un momento di collera o di tristezza o di piacere non identificandoci con quella emozione, andando così oltre al sé-centrismo.Attraverso questo processo non lasciamo che un’emozione o un pensiero transitorio possa diventare predominante, intaccando la nostra consapevolezza.
Secondo requisito/ottenimento della meditazione:
smaterializzazione.
Questo processo ci spinge a modificare l’idea fissa che la realtà non possa essere sotto il nostro controllo. Il retaggio familiare, sociale, il vissuto personale, ecc. non sono elementi immutabili e condizionanti. Con la pratica meditativa comprendiamo che la realtà è un flusso di coscienza, non è materiale, quindi è modificabile in qualsiasi momento. Il processo di smaterializzazione ci spinge a tornare all’essenza più profonda della vita e ci aiuta a focalizzare che possiamo riprendere il nostro potere sulla stessa realtà, che è pura immagine.
Il terzo requisito/ottenimento della meditazione è la pacificazione della mente.
Praticando la Mindfulness le onde dei pensieri si stabilizzano, si tranquillizzano, ampliando i livelli del piacere.
Il quarto requisito/ottenimento della meditazione è
il rallegramento della mente.
La pratica costante fa sì che la mente non rimanga focalizzata su pensieri o emozioni negative, bensì mantenga uno stato di consapevolezza intriso di gioia. Impariamo a stare nel presente e ad amare ogni cellula del nostro corpo.
Il quinto requisito/ottenimento della meditazione è l’attenzione cosciente.
Si diventa consapevoli e attenti nel momento in cui accade. Il termine “attenzione” nella sua radice etimologica significa “mancanza di tensione e di sforzo”. Viviamo intensamente, non ci perdiamo nelle mille attività, e viviamo intensamente dilatando il tempo. È un eterno presente, perché quando l’attenzione cosciente è concentrata sul presente il tempo si annulla.
Il sesto requisito/ottenimento della meditazione è l’assenza di giudizio.
Assenza di giudizio significa oltrepassare i pensieri dicotomici, come bello/brutto, buono/cattivo. Non vi è né accettazione né rifiuto: in questo modo non si formulano giudizi.
Scopri gli altri requisiti/ottenimenti direttamente nelle pagine del libro “Mindfulness Immaginale” (Ed. Mediterranee)
La Mindfulness Immaginale è decisamente più spirituale e vicina all’insegnamento originario del Canone Pali, di quanto sia la Mindfulness che viene dagli Stati Uniti, e costituisce un ulteriore passo di avvicinamento alla psicologia e alla psicoterapia, perché contribuisce a fare chiarezza tra terapia e rituale, tra intervento anestetico ed esperienza estetica, tra bisogno di controllo, gestione, potere e capacità di darsi nell’esperienza del sacro.
“Il nirvana è amore, è la capacità del visibile di darsi all’invisibile, o anche, noi potremmo dire: dell’umano di darsi al divino e viceversa. In tale rapporto nessuno dei due termini esiste nella propria realtà individuale separata.
Il più grande insegnamento che ho appreso dalla meditazione è che l’amore è la sola verità, tutto il resto è illusione, o inganno della coscienza. Questo non è un concetto da capire, ma una esperienza da fare. Dopo di che nulla è più come prima.
La meditazione ci porta verso il benessere totale, dato che ci spinge a uscire dall’individualità e da tutto ciò che essa comporta: un’individualità non solo mentale, dato che la morsa dell’Io soffoca il nostro corpo. Nel cammino Theravāda, nel quale la Mindfulness si riconosce, praticando la meditazione, si esce dall’idea del materialismo e dell’oggettività delle cose. Si va oltre l’illusoria idea dell’Io, ottenendo enormi benefici a livello integrale.”
Tratto da “Mindfulness Immaginale”,
di Selene Calloni Williams e Silvia C. Turrin,
Edizioni Mediterranee
La Mindfulness Immaginale ha conosciuto in questi ultimi anni una repentina e fortissima espansione. Sono ormai numerosi gli immaginalisti, professionisti della relazione d’aiuto, che la insegnano Questo accade perché la Mindfulness Immaginale dà molto sia a chi la apprende, sia a chi la insegna, ponendosi ogni volta come esperienza autentica.
La Mindfulness Immaginale è molto apprezzata dagli assoluti neofiti e da chi può ritenersi esperto di meditazione.
Chi conosce la meditazione, infatti, si ritrova nella Mindfulness Immaginale, poiché essa mette molta cura nel preservare l’aspetto intimo, spirituale, sacro, magico e profondo della meditazione, anche quando la porta in ambito scientifico.