Kintsugi è una parola giapponese con cui tradizionalmente si indica l’arte di riparare oggetti rotti con polvere d’oro. Grazie a questa antichissima tecnica artigianale, materiali che sarebbero stati scartati ritornano a vivere, ma non solo: vengono impreziositi e tutte quelle fratture ricomposte si trasformano in punti di forza e di bellezza. Metaforicamente, quest’arte può essere applicata alle ferite dell’anima, come ci svela il nuovo libro di Selene Calloni Williams.
Il Kintsugi viene utilizzato per restaurare ceramiche in raku, o porcellane preziose, ma anche oggetti in terracotta: piatti, tazzine, vasi, calici, coppe…
L’aspetto peculiare di quest’arte riguarda l’impiego della polvere d’oro (talvolta si usa anche l’argento), per effettuare le riparazioni. La speciale lavorazione conferisce all’oggetto spezzato un aspetto talmente bello a livello estetico da sublimarlo. Le fratture aggiustate diventano punti di forza e motivi artisticamente piacevoli a vedersi.
L’arte del Kintsugi ha una storia ancestrale alle spalle, come racconta Selene nel suo libro.
Tutto ebbe origine nel XV secolo d.C. quando Ashikaga Yoshimasa, ottavo shōgun dello shogunato Ashikaga, ruppe accidentalmente la propria tazza preferita e la spedì in Cina allo scopo di farla aggiustare.
Poiché all’epoca le riparazioni venivano fatte con legature metalliche per niente estetiche e poco funzionali, la tazza di Ashikaga Yoshimasa si ruppe di nuovo e sembrava ormai destinata a essere buttata. Ma Yoshimasa volle provare ad affidarla ad artigiani giapponesi.
Questi ultimi, colpiti dalla tenacia dello shōgun di riavere la sua amata tazza, dissero che l’avrebbero trasformata in un gioiello, utilizzando la lacca urushi, che deriva dalla resina di un albero, e polvere d’oro.
Un cammino controcorrente
Quella del Kintsugi è un’arte che presuppone grandi doti di pazienza, lentezza e precisione. I tempi per riparare un oggetto possono andare da pochi giorni a settimane o addirittura può servire un intero anno.
Gli artigiani seguono scrupolosamente determinate tappe e regole, sino a giungere al ripristino definitivo dell’oggetto rotto. Esso viene dunque impreziosito da questo lento processo di restauro.
La tecnica del Kintsugi, compiendo un lavoro metaforico, può essere trattata considerandone l’aspetto simbolico e spirituale, e quindi impiegata in ambito psicologico come strumento per lenire le ferite dell’anima. Ed è proprio questo il percorso centrale del nuovo libro di Selene.
È un percorso che si snoda attraverso una duplice narrazione: da un lato, vi è il racconto di alcuni episodi emblematici e reali della sua vita; dall’altro, vi è la storia, frutto della fantasia dell’Autrice, di una samurai e sciamana di nome Tomoe.
Le due narrazioni procedono in modo parallelo seguendo le nove leggi che contraddistinguono il Kintsugi. Oltre alla duplice narrazione, vi sono specifiche meditazioni chiamate OMI, ovvero One Minute Immersion, attraverso cui interiorizzare le leggi del Kintsugi, per poi metterle in pratica nel proprio cammino.
Ciò che ci invita a compiere Selene Calloni Williams è un cammino controcorrente, poiché le mancanze e le fratture dell’anima non vengono più considerate debolezze, bensì punti di forza che ci aiutano a conoscerci in profondità.
È un cammino che ci permette di realizzare la missione della nostra anima, perché è nella discesa dell’underworld, è nel ricevere e toccare le ferite che possiamo riemergere con una consapevolezza diversa, con una coscienza di sé più profonda.
“Più ferite aperte avremo, più oro riceveremo e, alla fine, faremo nostra l’essenza della libertà: andare al di là del bene e del male”. Selene Calloni Williams
Selene Calloni Williams è una scrittrice di successo, i suoi libri, tradotti e pubblicati in diversi paesi del mondo, hanno fortemente contribuito alla diffusione della psicologia immaginale e alla conoscenza del fenomeno sciamanico. Ha insegnato in diversi atenei e tiene regolarmente conferenze in diverse lingue.
Da sempre a contatto con la magia, nelle sue forme immortali e profonde, ha viaggiato attraverso i due mondi, il visibile e l’invisibile, con molti strumenti. Con il buddhismo esoterico e lo yoga, per avere trascorso anni in Sri Lanka al seguito di un importante maestro di yoga e in un eremitaggio buddhista-theravada. Con lo sciamanismo, che è la sua grande passione. Con la psicologia del profondo e il metodo immaginale, essendo stata allieva del grande psicoanalista James Hillman, che l’ha portata a fondare la sua scuola, l’Imaginal Academy. Con il life coaching e il counselling ad approccio immaginale, che sono percorsi di formazione dell’Imaginal Academy.
Per approfondire
In questo libro mantengo due cammini paralleli: quello del kintsugi tradizionale, riferito alle tradizioni spirituali orientali, e quello della mia esperienza di donna occidentale attraverso la quale comprendere meglio anche i grandi insegnamenti delle filosofie orientali. Selene Calloni Williams