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L’arte dell’Africa nera a Sassari

Dal 30 gennaio al 28 febbraio 2014, presso il palazzo della Frumentaria di Sassari si può visitare la mostra Nka. L’arte dell’Africa nera, con maschere, sculture e altri oggetti provenienti da Ghana, Burkina Faso,Tanzania e da altri paesi africani.

Ormai in Italia è sempre più raro vedere un’esposizione, ben curata, in cui protagonista è l’arte africana. La crisi economica unita a una crisi culturale non permette di dare spazio alla creatività e alle tradizioni del continente africano. Questo 2014 è però iniziato positivamente. La Sardegna, isola di migranti e di popoli diversificati, nel suo capoluogo ospita una mostra interessante dal titolo “Nka. L’arte dell’Africa nera“. Aperta sino a venerdì 28 febbraio 2014 presso il palazzo della Frumentaria, l’esposizione propone al pubblico oggetti della collezione del Museo Africano di Verona, a cui si aggiungono maschere delle collezioni private Budroni di Cagliari e Rubino di Sassari. Organizzata dall’Associazione Culturale Tabularasa, in collaborazione con il Comitato di via Università e con il contributo e patrocinio del Comune di Sassari, la mostra è una bella opportunità di ammirare pezzi artistici singolari, un centinaio in tutto, provenienti da varie zone dell’Africa.

Uno spazio è dedicato al Mali, in particolare all’etnia Dogon, di cui sono espressioni le maschere impiegate per scandire cerimonie animiste e importanti riti di passaggio. Si osservano poi preziose sculture originarie del Ghana e del Burkina Faso, nonché maschere della Tanzania.

La mostra è un susseguirsi di colori forti, intrisi di una potente energia cromatica, come il rosso, simbolo della fecondità e della vita, poi il bianco ed il nero, evocatori rispettivamente della vita eterna e dell’oscurità.

Colleen Madamombe scultrice dello Zimbabwe

Oltre a oggetti utilizzati durante cerimonie le cui radici affondano in un lontano passato, l’allestimento include elementi contemporanei, come un quadro del togolese Joseph Amedokpo e una scultura di Colleen Madamombe, artista della Repubblica dello Zimbabwe, deceduta nel 2009 a soli 45 anni. Colleen Madamombe è diventata popolare grazie alle sue opere sulla cultura Shona e sul lavoro delle donne, queste rappresentate mentre trasportano l’acqua, mentre coltivano i campi e curano i propri figli. Molto apprezzata anche nel Regno Unito e degli Stati Uniti, Colleen ha ottenuto per tre volte il premio come miglior artista donna dello Zimbabwe.

Per i neofiti, i curatori della mostra hanno voluto inserire nel percorso pannelli informativi sugli oggetti esposti, con relativi riferimenti alle etnie africane (Dogon, Ashanti, Yoruba, Kuba) cui sono collegati. Si potrà così scoprire il significato della parola Nka inclusa nel titolo della mostra. Un termine molto evocativo – usato in particolare nell’area sudorientale della Nigeria, nel Golfo di Guinea, dall’etnia Igbo – indicante l’espressione creatrice dell’essere umano e più in generale il concetto di “arte e creatività”. Una creatività che traspone in una dimensione materiale il senso spirituale e animista di tanti popoli africani.

Silvia C. Turrin

L’Articolo è on line anche sul sito SMA  Afriche

 

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