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Tunisia, tra oasi nel deserto, laghi salati e musei a cielo aperto

Respirare profumi di spezie orientali, immergersi nei meandri di intricate medine, ammirare i variopinti colori di souk, osservare un cielo stellato dormendo tra palme e sabbia sahariana. Questo e altro ancora è possibile viverlo non allontanandosi poi molto dalla nostra penisola. A sole due ore (circa) di volo, partendo dai principali aeroporti italiani si raggiunge la Tunisia, Paese africano che, nonostante un rapido processo di modernizzazione, mantiene ancora in vita antiche tradizioni maghrebine.

Molti gli itinerari che il piccolo Stato a nord dell’Africa offre, in ogni stagione dell’anno, ai numerosi turisti provenienti dall’Italia desiderosi di conoscere da vicino la cultura araba, sperimentando il vero hamman, fumando narghilè o visitando luoghi dove la storia è ancora tangibile.

Tunisi, la capitale, sta diventando sempre più occidentale: caotica, inquinata dal traffico e dai rumori. Ma nella medina – labirinto di vie popolate da venditori e artigiani – si assorbono gli odori e i colori tipicamente arabi, grazie ai souk che in essa si dipanano come una ragnatela. La città ospita inoltre la più importante esposizione archeologica del Maghreb, racchiusa nel Museo del Bardo, dove varie sezioni ripercorrono vari periodi storici, nel corso dei quali si sono succeduti romani, greci, arabi.

È però al di fuori della capitale che si inizia a conoscere l’essenza del Paese incastonato tra Mar Mediterraneo, Algeria e Libia.

La zona settentrionale tunisina vanta numerosi siti archeologici definibili veri e propri musei a cielo aperto, testimonianze delle varie civiltà che hanno lasciato le tracce del proprio passaggio.

Cartagine, antica capitale punica, patria di Annibale, è tra i luoghi più famosi, grazie alle numerose vicende storiche che l’avvolgono. Purtroppo, delle vestigia imponenti non è rimasto molto a causa delle distruzioni apportate dai Romani. L’ideale sarebbe quindi affidarsi a una guida esperta per effettuare un percorso che permetta effettivamente di capire le vicissitudini di Cartagine, edificata nell’anno 814 a.C., sulle cui fondamenta si sono sovrapposte architetture fenicie, romane, bizantine, arabe. Un tour che potrebbe includere le Terme di Antonino; il quartiera Bysa; il Museo nazionale, dove si possono ammirare i reperti dei recenti scavi; i porti dai quali i cartaginesi partirono per sfidare Roma; e il quartiere Magon, in cui rimangono resti dell’epoca punica.

Merita poi una visita Sidi Bou Saïd – non molto distante da Cartagine – antico villaggio, situato su un dirupo affacciato sul Mediterraneo, caratterizzato da abitazioni dipinte di bianco, sulle quali risaltano i portoni blu e i colori dei fiori e delle piante che le circondano. Ed è proprio la struttura architettonica, impreziosita da giardini e cascate di bougainvillee, a rendere magica la sosta in questo grazioso paese. Valgono una tappa anche Testour, dal sapore Andaluso, essendo stata fondata dai Mori cacciati dalla Spagna sul finire del XV secolo, e Dougga, in cui domina l’imponente mausoleo libico-punico, alto 21 metri, e dove un’antica strada pavimentata conduce al campidoglio dedicato alle divinità di Giove, Giunone e Minerva.

El Djem, cittadina ubicata fra Souss e Sfax e circondata da piante di ulivi, rappresenta un altro luogo importante a livello archeologico. È qui che si trova il ben conservato anfiteatro romano, opera che testimonia la rilevanza di questa piccola località ai tempi della Roma imperiale.

Tra uliveti e pianure desolate, nella parte centrale della Tunisia, si erge Kairouan, quarta città sacra dell’Islam, che ogni anno accoglie fedeli provenienti da tutto il Maghreb, diretti alla Grande Moschea: edificio circondato da possenti mura, al cui interno si trova un cortile rivestito in marmo, un minareto e, sotto un portico, vi è l’ingresso alla sala delle preghiere. Secondo la tradizione musulmana sette pellegrinaggi a Kairouan equivalgono a un viaggio a La Mecca.

Il lato selvaggio e spettacolare della Tunisia lo si può ammirare addentrandosi nel Sud del Paese, dove oasi, distese di laghi salati, anfratti rocciosi e sabbie sahariane avvolgono il viaggiatore in un’atmosfera ipnotica. La città costiera di Gabès rappresenta il centro da cui si dipanano le piste che conducono al deserto. Gabès merita una tappa soprattutto per la spettacolare strada delle oasi: palme, melograni, campi di tabacco e altri tipi di vegetazione si estendono per circa sei chilometri, percorribili in bicicletta o noleggiando il tipico calèche (calesse).

Non molto distante, si trova il villaggio trogloditico di Matmata, da visitare preferibilmente al mattino presto o nel tardo pomeriggio, nelle ore in cui non c’è “il turismo di massa”: solo così è davvero possibile capire il modus vivendi dei suoi abitanti. Il villaggio, praticamente sotterraneo, è stato fondato dai Berberi per sfuggire sia agli attacchi di invasori, sia al caldo. Le abitazioni sono scavate nella roccia e sono collegate da un intricato sistema di gallerie.

Dopo aver sperimentato la suggestiva attraversata del Chott el Djerid, il grande lago salato, avvolto da sfumature rosa e bianche, si raggiunge una delle mete più famose della Tunisia: Tozeur, celebre sia per la sua oasi composta da palme da datteri e da un rigoglioso giardino botanico, che per il Festival del Sahara. Tozeur, la città principale della regione dei laghi salati, è anche una delle porte per accedere al silenzio e agli immensi spazi del mare di sabbia africano.

Non si può infatti abbandonare il Paese tunisino senza aver trascorso almeno una notte nel deserto: un’esperienza che se vissuta lontana dai cliché tipicamente turistici potrebbe riempire il cuore di mille emozioni, perché l’apparente vuoto e l’illusorio silenzio del deserto dischiudono la pace dell’anima.

Silvia C. Turrin

 


Per organizzare il viaggio:
Gabr’Aoun Robo, Tunisia: nel paese dalle sabbie bianche tra chott, ksour e piste del sud -, Polaris, Firenze, 2006

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