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Il sentiero della Dea

Ancora una volta, dopo Le Dee perdute dell’antica Grecia di Charlene Spretnak e Il Linguaggio della Dea di Marija Gimbutas, solo per ricordarne altri due affini al tema, la Casa editrice Venexia è riuscita a pubblicare in Italia un libro divenuto cult: Il Sentiero della Dea di Phyllis Curott.

L’Autrice è molto conosciuta non soltanto negli Stati Uniti, suo paese natale, ma anche in tanti altri angoli del mondo, là dove la voce femminile talvolta è ancora flebile, o là dove si sta manifestando con tutta la sua forza. Il libro che qui recensiamo è uscito nel 1998 e rimane uno dei testi più amati da coloro che seguono o si stanno avvicinando a un culto in simbiosi con la Madre Terra, ancorato a una dimensione femminile che va oltre lo spazio e il tempo.

Phyllis Curott
Phyllis Curott

Il Sentiero della Dea (pubblicato nel 2012 dalla Venexia) è di fatto un percorso esistenziale di una donna moderna, impegnata, lavoratrice, la cui vita viene lentamente, ma progressivamente cambiata grazie a una serie di eventi, di incontri e di circostanze scandite da una sincronicità sorprendente.

Tra le righe si legge un’iniziale scontro tra la materia e il mondo invisibile, tra le credenze generalmente accettate e i pensieri che in apparenza possono essere incomprensibili, tra un profondo scetticismo e la voglia di seguire emozioni altre. Phyllis ci mostra come un avvocato donna si possa lentamente trasformare in un’apprendista maga, ma non una maga alla Harry Potter o alla “caccia alle streghe”, bensì a una maga strettamente connessa alla Dea.

E, da questa prospettiva, il racconto personale si intreccia con richiami storici e antropologici molto interessanti, che portano il lettore nell’antica Grecia, in Egitto, in Asia, sino all’Islanda. Man man che si procede nella lettura si scopre quanto era centrale la figura della Dea in epoca antica in diverse parti del globo. Ed è molto interessante notare come la venerazione della Dea fosse intrecciata alla venerazione e al rispetto verso i cicli della natura, verso Madre Natura nel suo complesso. Nel momento in cui la/le “civiltà” si sono sganciate dai ritmi naturali la Dea, quindi il principio e la logica femminile, è stato boicottato per far posto a logiche maschili bellicose.

Il caso di Phyllis Curott fa ancora parlare e discutere forse perché lei ha saputo mettersi in discussione, ha cercato di sciogliere stereotipi e tabù di una società ancora eccessivamente orientata al materialismo.

Si può non condividere la scelta dell’Autrice di far parte di un determinato circuito esoterico, ma di certo alcuni punti che tratta nel libro dovrebbero far riflettere sul rapporto tra uomo-natura, tra logica maschile e logica femminile.

Riscoprire e rispettare la Dea può essere un modo, uno dei diversi possibili, per ridare spazio a una dimensione intangibile, spirituale, che riconnette l’umanità alla Madre Terra. Su questo dovremmo imparare da quei popoli animisti che, agli occhi sprovveduti di un occidentale, possono apparire “primitivi”, ma che agli occhi di una “Dea” appaiono dei saggi incompresi, che rischiano di venire omologati a un certo tipo di cultura ispirata al principio materialista-maschilista.

Tuttavia, qualcosa, sta cambiando. C’è in atto una rinascita, come scrive la Curott. Speriamo che questa rinascita non si confonda con le mode del tempo, ma riesca a modificare il paradigma dominante, troppo orientato verso il materialismo imperante e la distruzione ecologica.

Silvia C. Turrin

 

il sentiero della deaIl Sentiero della Dea
Phyllis Curott
Venexia Edizioni, 2012
Pagine 381

 

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