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Ballaké Sissoko, il griot del Mali

Il suo nome è iniziato a circolare oltre i confini della sua terra, il Mali, grazie alle collaborazioni con grandi artisti africani già noti in tutto il mondo, come Toumani Diabaté e Taj Mahal. Deli, del 2001, è stato il primo progetto musicale da lui firmato, seguito poi da Kora Music From Mali (2002) e Tomora (2005). In questo ultimo scampolo del 2012, Ballaké Sissoko ha pubblicato il cd At Peace, un inno in musica alla pace.

Accompagnato anche questa volta dall’amico violoncellista francese Vincent Segal e, alle chitarre, da Aboubacar «Badian» Dabiaté, Moussa Diabaté e al balafon Fasséry Diabaté, il griot del Mali unisce tradizione e suoni contemporanei, passato e presente. Ballaké Sissoko ha infatti attinto alla sua cultura d’origine, basata sulla storia e sulla musica del popolo mandingo. Non a caso, brani come “Badjourou” e “Kalata Diata” riprendono proprio queste radici, recuperando la figura di Soundjata Keita (1190-1255) imperatore del grande Regno Mandingo.

At Peace, a differenza del disco precedente Chamber Music, è totalmente impregnato della cultura d’origine di Ballaké Sissoko, virtuoso di kora, discendente da una famiglia di djéli o griot. Suo padre, Jelimady Sissoko, è stato a suo tempo grande musicista, anch’egli virtuoso di kora.
L’origine vera della figura del griot rimane circondata da un alone di mistero. Per alcuni studiosi, essa sarebbe nata nel XIII secolo, in concomitanza con l’ascesa del Regno del Mali, detto anche Impero Mandingo.ballake sissoko 2

Per altri, risulterebbe antecedente e avrebbe connotazioni animiste. Capirne l’esatto sviluppo appare difficile, poiché i vari studi si basano in prevalenza su fonti non scritte. Inoltre, aspetto più importante, le famiglie per tradizione dedite al “griottismo” custodiscono gelosamente le loro conoscenze e solo instaurando un rapporto di fiducia con loro è possibile carpire racconti ancora inviolati. Ballaké Sissoko riporta a galla questo enigmatico e affascinante passato attraverso sonorità contemporanee, che recuperano quella pace a suo tempo instaurata da Soundjata Keita nel Regno da lui iniziato.

Per creare quest’atmosfera di armonia, il musicista del Mali ha dato molto spazio all’improvvisazione, senza procedere a una successiva rielaborazione delle tracce, riuscendo a sviluppare un disco molto intenso e al contempo intimista, delicato.
Forse At Peace vuole essere un invito a ritrovare la pace nel suo paese d’origine, essendo il Mali piombato in una confusione e instabilità politica sconcertante. Come ha affermato in merito Ballaké Sissoko: “Per questo Paese che amo, è una catastrofe ciò che sta accadendo. La cultura deve poter riportare la pace”.

Silvia C. Turrin

La musica di Ballaké Sissoko in questo documento video-audio col brano “NALESONKO”

 

 

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