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Seggi, poltrone, appoggia-testa dall’Africa, una mostra a Parigi ne racconta i simbolismi

La Francia, per effetto del suo passato coloniale e per l’approccio culturale intrapreso dopo l’indipendenza dell’Algeria, suo ex avamposto, pone sempre grande attenzione alle arti africane : dal cinema alla letteratura, dalla musica ai moderni linguaggi visivi. Festival, incontri, presentazioni di libri si susseguono in varie città. Molto attivo nel far conoscere le arti e le culture d’Africa è il museo Dapper, uno spazio intellettualmente vivace fondato nel 1986 a Parigi in avenue Victor Hugo e poi rinnovato nel 2000 grazie all’inaugurazione di una nuova sede, in rue Paul Valéry.

Il museo è una diretta emanazione della Fondazione Dapper, creata ad Amsterdam nel 1983, su impulso di Michel Leveau. Questi, Presidente della Fondazione, è stato influenzato dal lavoro di Olfert Dapper, umanista olandese del XVII secolo autore dell’enciclopedia Description de l’Afrique pubblicata nel 1668. L’interesse e la passione per questo grande e variegato continente, ha spinto Christiane Falgayrettes-Leveau a fondare a Parigi – città da sempre dinamica a livello culturale-artistico – il museo Dapper, per offrire un nuovo spazio dedicato non solo alle culture d’Africa, ma anche a quelle caraibiche e della diaspora africana.

dapper museo luba  rpublique dmocratique du congoNel 2000, dell’inaugurazione della nuova sede, è stata aperta l’interessante mostra dal titolo Arts d’Afrique, che ha confermato la vocazione “afrocentrica” del museo Dapper, attento alla ricerca, alla diffusione e alla preservazione del patrimonio artistico dell’Africa. Nel corso di questi anni, sono state molte le esposizioni organizzate al Dapper riservate al continente nero. Qui vogliamo segnalare la nuova mostra inaugurata dal titolo Design en Afrique, s’asseoir, se coucher et rêver che raccoglie un centinaio di opere africane tradizionali e contemporanee, provenienti da diverse collezioni pubbliche, come dal Museo reale dell’Africa centrale di Tervuren, dal Museo di arte moderna di Saint-Etienne, dalla Biennale di arte africana contemporanea di Dakar e dall’istituto francese di Ouagadougou.

Come suggerisce il titolo, Design en Afrique, s’asseoir, se coucher et rêver raccoglie vari oggetti, come sgabelli, sedie, poltrone o appoggia-testa, tutti finemente decorati e tutti non semplici manufatti materiali, ma anche simboli immateriali. Per esempio, il seggio è ancora oggi emblema del potere nella Repubblica democratica del Congo; ed è interessante osservare le varie forme che assumono, poiché ogni stile riflette una grande diversità regionale. Infatti, il seggio in stile Hemba mette in luce la donna, evocando il suo ruolo primordiale di genitrice e di essere in contatto con gli antenati. Gli Ashanti del Ghana affermano che “non c’è alcun segreto tra l’uomo e il suo seggio”, come a indicare che l’oggetto sia custode di una parte dell’anima della persona che vi si siede per riposare o per lavorare o ancora per comandare.

Oltre al Congo e al Ghana, sono esposti oggetti preziosi di legno intagliato provenienti da Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Camerun, Gabon, Togo, Sudan, Zimbabwe, e Burkina Faso. Il percorso rivela l’abilità dei maestri scultori, la loro fervida creatività e la capacità di mettere in comunicazione forme e funzioni.

 

ddpdesign-en-afrique (2)-12Diversi anche gli oggetti contemporanei esposti nella mostra, come Cadre d’uniondell’artista Alassane Drabo, nato in Burkina nel 1968, tra i più apprezzati artisti africani. Trasferitosi a New York, Drabo è scultore e disegnatore. Con la sua arte riflette sul presente e sul futuro del’Africa. La sua opera Cadre d’union in legno e metallo è davvero suggestiva, emblematica, in quanto raffigura il continente africano nella sua totalità, frammentato da tanti cassetti che rappresentano le differenti visioni politiche delle nazioni che lo compongono. Quest’opera d’arte, senza scendere nelle dinamiche della provocazione facile, unisce l’estetica a un messaggio di natura politica, che è quello di chiedere agli africani stessi di farsi carico dei loro problemi interni, di contare sulle loro forze e sulle loro risorse, nascoste in quei cassetti simboli dei vari territori nazionali. Alassane Drabo, col suo lavoro, sprona l’Africa a raddrizzarsi con le proprie forze.

Questa esposizione, che rimarrà aperta sino al 14 luglio 2013, farà certamente riflettere quei visitatori che hanno la capacità di creare un dialogo tra l’arte e la vita quotidiana dei popoli d’Africa.

Silvia C. Turrin

Per info:
Musée Dapper
35 bis, rue Paul Valéry – 75116 Paris
http://www.dapper.fr

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