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Toccata e fuga in Provenza, fuori stagione – tappa Saint-Tropez

Per scoprire con calma il lato più autentico e meno modaiolo di alcuni luoghi provenzali occorre andarci fuori stagione.

Evitando il periodo che va, grosso modo, da maggio/giugno sino a settembre, si ha la possibilità di vedere la Provenza con uno sguardo aperto e profondo, senza essere condizionati dalla massa di turisti stranieri che affollano borghi e città nei mesi estivi.

In base alla mia esperienza, tra ottobre e aprile, ci si immerge nelle atmosfere provenzali con maggior lentezza e attenzione. Si possono anche scoprire scorci che, con tutta probabilità, sarebbero passati inosservati in altri periodi dell’anno molto più affollati.

Saint-Tropez è certamente una delle cittadine provenzali che meritano una visita, ma non certo durante la stagione estiva, gremita com’è… Si rischia di essere catapultati in un fitto flusso di villeggianti, tra parigini abbienti con seconda casa qui e volti del jet-set. Non mancano nemmeno i nostalgici di quella movida ispirata alle pellicole di Roger Vadim, la cui protagonista era ovviamente lei, “BB”, Brigitte Bardot.

Ma già nel mese di ottobre, il clima agiatamente modaiolo cede il passo a una Saint-Tropez diversa, più a misura di viaggiatore curioso, che vuole semplicemente scoprire l’anima di questo vecchio borgo di pescatori.

La Provenza è stata costruita dagli italiani”, mi aveva confidato anni fa, con tono piuttosto animato, un anziano dal volto rugoso, in quel di Carcès, piccolo villaggio distante parecchi chilometri da Saint-Tropez, ma situato sempre nel dipartimento del Var. In effetti, oltre alla Provenza detta “romana” (vedi Arles o Vaison-la-Romaine, per fare solo due esempi), c’è quella Provenza più moderna, forgiata con sacrifici e sudore da tanti italiani immigrati alla fine dell’800 e agli inizi del ’900, per sfuggire alla povertà, per cercare fortuna, per amore, o per semplice idealismo.

Ma c’è anche una parte di Provenza che è stata ripopolata, in un lontano passato, grazie agli italiani, quando, in realtà, l’Italia non esisteva ancora…

È questo il caso di Saint-Tropez, praticamente ricostruita e, appunto, ripopolata da un gruppo di famiglie originarie di Genova.

Ciò fu possibile grazie a un accordo tra il barone di Grimaud, Jean de Cossa e il nobile genovese Raphaël de Garezzio, appoggiati dal volere del conte René d’Anjou, conosciuto anche come Renato I di Napoli, detto “il Buono”.

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