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Sting, una nave piena di ricordi in musica

Ci sono artisti (troppi) che si ripetono; altri, dopo un grande successo discografico, perdono completamente ispirazione; altri ancora, realizzano nuovi progetti discografici senza spessore, sapendo che comunque i loro fan di sempre accorreranno ad acquistare il nuovo disco.

Parlando di Sting, non gli si addice nessuna di queste dinamiche inserite nel nostro incipit.

Guardando i suoi progetti solistici, a partire da Bring on the night e da The Dream of the Blue Turtles, non si può dire che egli non abbia saputo sperimentare con le note, cambiando direzione ogni volta che sentiva la necessità.

Un cambio di prospettiva artistica la sta dimostrando ancora una volta, grazie al nuovo album di inediti dal titolo The Last Ship: non un progetto pop-rock alla maniera di Sacred Love e di altri precedenti lavori, ma un insieme variegato di composizioni sospese tra folk inglese e arrangiamenti concepiti per essere trasformati in un musical teatrale. Brani che nulla hanno a che vedere con quelli contenuti in Nothing Like the Sun o in Ten Summoner’s Tales. Si tratta piuttosto di tracce le cui protagoniste sono le atmosfere musicali, le quali raccontano storie, luoghi, vicende personali, accadimenti sociali. The Last Ship è infatti un concept album, realizzato per essere poi traslato in un musical a Broadway, su cui sta lavorando alacremente Sting, come ci ha confermato Nicole, stretta collaboratrice del songwriter britannico.

In questo nuovo progetto di Mr Gordon Sumner riecheggiano paesaggi e personaggi già in parte descritti in The Soul cages. Entrambi i dischi segnano un ritorno alle radici biografiche di Sting, a quella Inghilterra portuale, dove le attività ruotano attorno al mare. In The Last Ship troviamo infatti riferimenti a Newcastle (spazio urbano non distante dalla città natale di Sting, ovvero Wallsend) dove il lavoro, almeno sino agli anni Ottanta del secolo scorso, ruotava attorno al porto.

Il nuovo viaggio artistico di Sting parte proprio da qui, da questo nucleo di navigatori, di portuali, di quella working class i cui diritti sociali e sindacali sono stati indeboliti e quasi estinti dalle politiche neolibertiste di Margart Tatcher. Sting parla di comunità, di unità tra individui per lottare a difesa dei diritti sociali ancora oggi calpestati.

Le note sonore di The Last Ship diventano parole, che a loro volta diventano immagini. Le reminescenze del British folk inglese si fondono con le acque circostanti le isole britanniche, mentre l’interplay tra archi (fiddle), fisarmonica, chitarra acustica e percussioni riporta a galla momenti introspettivi scanditi da arie melodiche, che si infrangono sugli scogli dei problemi sociali scaturiti da politiche neoconservatrici mascherate da riformismo statale.

The Last Ship stimola la mente a viaggiare, a salpare verso il largo, in cerca delle proprie radici e di un’isola non governata dal potere materialistico dell’economia.

Silvia C. Turrin 

L’articolo è pubblicato anche sul sito di Amadeus

http://www.sting.com/

Sting – The Last Ship (EPK)

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