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Il Sudafrica di Hugh Masekela

Parlare del famoso trombettista nato a Johannesburg nel 1939 significa entrare nella cultura e nella storia della sua terra d’origine. Le vicende personali e il suo percorso artistico si intrecciano con le fasi che ha attraversato il Sudafrica.

Masekela è un nome noto a quanti apprezzano la musica africana e jazz, essendo un abile trombettista, che ha dato voce alle gioie e ai drammi del suo paese. La sua essenza musicale è emersa grazie al sostegno del Reverendo Trevor Huddleston, fervente attivista anti-apartheid. È stato Padre Huddleston a dargli la possibilità di studiare musica, mettendolo in contatto con  Uncle Sauda, leader dell’Orchestra municipale di Johannesburg, allora formata dai cosiddetti “Nativi”, cioè neri sudafricani. Questa distinzione in termini di razza anche nel settore musicale sarà una costante nelle vicende sudafricane sino ai primi anni Novanta del XX secolo.  

Musica jazz e anti-razzismo
Masekela ha iniziato ad aprirsi alla musica raccogliendo parallelamente idee di cambiamento sociale e politico: idee che sono confluite nelle sue composizioni. Infatti, il movimento anti-apartheid ha influenzato la sua esistenza e la sua esistenza è stata influenzata dal razzismo imperante in Sudafrica. Dopo essere riuscito a farsi un nome, grazie a collaborazioni con il noto pianista Dollar Brand (alias Abdullah Ibrahim) e con Miriam Makeba, nel 1961, dopo il massacro di Sharpeville che ha visto l’uccisione di 69 persone, Masekela è stato costretto ad abbandonare il suo paese nativo a causa della censura e delle vessazioni imposte dal governo razzista al potere. Tramite l’appoggio di Harry Belafonte – sostenitore della causa anti-apartheid – il trombettista di Jo’burg è riuscito a perfezionarsi negli Stati Uniti, tanto da diventare popolare nei circuiti jazz di New York. Negli States, Masekela ha la possibilità di suonare liberamente (nonostante anche questa nazione avesse dei problemi legati alle discriminazioni razziali) e di registrare brani di successo, come “Grazing in the Grass”, che ha raggiunto la prima posizione della classifica di Billboard.

Portavoce del popolo sudafricano
Nel corso degli anni la sua notorietà è cresciuta e la sua musica è stata un importante strumento di denuncia della brutale violazione dei diritti umani e civili in Sudafrica. Dopo la fine del regime di apartheid (1994) Masekela ha continuato il suo impegno contro ogni forma di razzismo. Per non dimenticare il drammatico passato del Sudafrica, il trombettista ha partecipato ad Amandla! film-documentario che testimonia le lotte politiche dei neri contro le ingiustizie del regime di Pretoria. Tra i suoi ultimi dischi ricordiamo Phola (Times Square Record, 2008), Live At The Market Theatre (Chisa, 2007) e Time (Sony, 2002).

L’ultimo cd in ordine di tempo, Jabulani distribuito da Egea Music è un omaggio pieno di allegria alla cultura sudafricana, attraverso il recupero di canti nuziali tradizionali. Sono brani che affondano  nei riti rurali, ma anche urbani tipici delle township. Si tratta di musica che racconta storie d’amore, di atti pieni di generosità, di gesti pieni di gentilezza e fedeltà. Sono canti “positivi” contro ogni forma di violenza, contro abusi, infedeltà e sfruttamento, anche all’interno del matrimonio.

 

Il mio articolo nella versione completa si trova sul sito di SMA Africa

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