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Digressione post-elezioni

Anche se al momento in cui scrivo lo spoglio delle schede elettorali non è ancora terminato, difronte a questi risultati parziali mi vengono in mente le parole scritte tra il 1954 e il 1957 da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo:

«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» […]

«e dopo sarà diverso, ma peggiore».

Perché mi riecheggiano queste lontane parole? Perché tutti parla[va]no di cambiamenti, riforme, poi tutti non fanno nulla per cambiare davvero il sistema…

mi riecheggiano queste lontane parole tratte dal Gattopardo per…

  • Per i voti (probabilmente anche voti di scambio e non solo…) che ancora Berlusconi è riuscito a ottenere, nonostante abbia rovinato l’Italia soprattutto sul piano Culturale!
  • Per la continua pecca della sinistra nel non voler essere Unita: perché Rifondazione & Co.hanno voluto presentarsi da soli pur sapendo che non avrebbero ottenuto alcun seggio? Non è questo il tempo di Divisioni, ma di Unità di obiettivi.
  • Perché alla fine sono sempre i soliti che si presentano alle elezioni, e con “soliti” intendo coloro che non pensano agli interessi generali del paese, ma ai propri interessi o a quelli dei gruppi economico-sociali di cui fanno parte.
  • Perché sembra che si stia costituendo sempre più la tendenza a votare “giullari”, o meglio (non offendiamo questa categoria) a votare coloro che riescono a far breccia nell’immaginazione e nelle aspettative di parecchie persone attraverso le grida, le urla, le critiche, senza introdurre in tutto questo vociare serie considerazioni legate a un concreto cambiamento sociale ed economico. Urlano e sbraitano facendo comizi poi come al solito Nulla cambierà dopo il loro voto.

Mi accorgo che le Grandi persone che potrebbero cambiare davvero il sistema Italia sono quelle che si dedicano, con passione, al proprio lavoro e che cercano di cambiare le cose non facendo politica, ma facendo buone azioni, in modo onesto e sincero, all’interno della società civile.

Per fare politica, soprattutto in Italia e un po’ ovunque, bisogna seguire alcune “regole” dettate da troppi compromessi, troppe relazioni di scambio Do ut des, troppe azioni che calpestano la dignità umana.

La politica dal mio punto di vista non è criticare qualcosa o qualcuno, ma è Costruire una società migliore basata su quei principi che inneggiano all’equità e alla dignità. Principi che in pratica:

→creino regole per una distribuzione più giusta della ricchezza;

→che contrastino davvero la corruzione e l’evasione fiscale a tutti i livelli;

→che stimolino la cultura migliorando il sistema scolastico.

Alla fine, riprendendo le parole di Tomasi di Lampedusa e aggiungendo quelle di Steve Biko, direi che:

Per cambiare davvero qualcosa bisogna cambiare la propria mente, il proprio modo di pensare e quindi di agire;

cambiare in una direzione meno individualistica, più giusta e onesta.

Non serve fare grandi cose per cambiare la società: basta l’onestà a tutti i livelli e abbandonare il solito Ego, quell’Ego che porta persone incompetenti a raggiungere i più alti vertici della politica.

Spero davvero che Bersani il suo staff inclusi gli amici di SEL non deludano le aspettative di chi li ha votati…

martedì 26 febbraio 2013 – ore 9.52

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