intervista di Syusy Blady a Zecharia Sitchin
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Syusy Blady, sulle tracce dei misteri della storia

Maurizia Giusti, in arte Syusy Blady, è una donna poliedrica. Tutti la ricordiamo grazie a trasmissioni di successo quali “Turisti per caso” (con Patrizio Roversi) o il più recente “In viaggio con la zia” (con Livio Beshir e il simpatico e preparatissimo critico d’arte Costantino D’Orazio).

Syusy Blady non è soltanto una capace conduttrice televisiva, che ha creato uno stile comunicativo personale e unico, ma è anche autrice e attrice, nonché è un’instancabile appassionata di viaggi. È una nomade.

Che ci faccio qui?” – citando un noto libro di Chatwin – potrebbe essere un suo motto. Già con Turisti per caso (insieme all’inseparabile Roversi) ci ha accompagnati in giro per mondo, conducendoci, attraverso immagini e racconti avventurosi, in tantissimi luoghi meravigliosi, dall’India al Marocco, dall’Argentina alla Cina, passando per il Giappone e la Polinesia Francese.

Il suo interesse per l’archeologia e la storia l’hanno poi portata a indagare su alcuni “enigmi” legati ad antiche civiltà. Sulla scia dei lavori pionieristici di Peter Kolosimo, Syusy Blady ha cercato di dipanare la matassa dei misteri che ancora aleggiano sulla nostra storia, viaggiando in vari angoli di questo nostro villaggio globale. Molti degli itinerari presentati nel ciclo di puntate televisive di “Misteri per caso” vengono riproposti in forma scritta nel libro “Tutta un’altra storia” (Verdechiaro Edizioni), riedizione di un precedente e fortunato volume del 2011. Questa volta, la narrazione è integrata anche con riferimenti interattivi, che rimandano il lettore a oltre 80 video, tramite cui andare sulle tracce di una storia diversa. Per esempio… siamo proprio sicuri che Cristoforo Colombo sia stato davvero il primo navigatore a scoprire l’America?

Syusy Blady attingendo a fonti antiche e attuali ci spiega episodi precedenti il 1492 che dimostrerebbero come altri esploratori abbiano toccato per primi le terre del Nuovo Mondo. Basti considerare alcune mappe storiche, citate nel libro “Tutta un’altra storia”, come quella di Benincasa del 1482 o la Mappa di Vinland del 1440: entrambe, raffigurano terre che teoricamente e ufficialmente erano allora sconosciute. Ma ufficiosamente la realtà era ben diversa.

Syusy Blady ci svela anche il suo incontro con il compianto Zecharia Sitchin (1922-2010), sumerologo poi diventato famosissimo come scrittore: nei suoi libri ha svelato teorie relative alla genesi della specie umana; teorie che si rifanno proprio ai miti sumerici, nei quali si legge, in forma epica, ciò che secondo Sitchin è realmente accaduto agli albori delle origini della nostra specie. In particolare, una tavoletta sumera assume un’importanza rilevante dalla prospettiva di Sitchin: in essa si vede la dea Ninmah che crea un bambino e la dea è circondata da ampolle, come se si trovasse in un laboratorio.
intervista di Syusy Blady a Zecharia SitchinQuesto e altri elementi storici, tra cui un sigillo cilindrico del 2400 a.C. in cui si vede chiaramente il pianeta Nibiru, hanno portato Sitchin a formulare la sua teoria, descritta in modo semplice e chiaro anche da Syusy Blady in “Tutta un’altra storia”. Ciò che noi chiamiamo dèi non sono forse altro che esseri molto progrediti giunti da un altro pianeta? Fu il loro arrivo sulla Terra a determinare il nostro sviluppo e la nostra evoluzione? È grazie alle loro conoscenze che possiamo trovar spiegazioni relative a monumenti, come le mura megalitiche, e a eventi ancora oscuri, come l’improvvisa e inspiegabile distruzione della straordinaria civiltà di Mohenjo-Daro, nella valle dell’Indo?

Syusy ci guida anche in altri tempi e luoghi: dalla Siria – quando ancora non era presa d’assalto dai giochi geopolitici di altre nazioni – a Malta, da Il Cairo a Baalbeck. Sono tante le tappe compiute da Syusy che ci portano indietro nel tempo e che ci fanno riflettere sulla nostra evoluzione e sul nostro modo di studiare e considerare la storia.

È chiaro che molte analisi sono imbevute di preconcetti eurocentrici e paternalisitici, cui si aggiunge una visione fallocratica/androcratica della società. Un manufatto può essere catalogato in un modo piuttosto che in un altro a seconda della prospettiva del ricercatore. Il lavoro encomiabile di Marija Gimbutas (1921-1994) ne è una prova: la nota e compianta archeologa ha praticamente riscritto una parte della nostra storia, mettendo in luce il ruolo della donna e della logica femminile agli albori delle prime società umane. Linee di discendenze matrilineari, società pacifiche ed egualitarie, culti sacri legati a divinità femminili: erano questi gli elementi salienti dell’Europa neolitica. Questi elementi sono stati per lungo tempo offuscati o minimizzati o deformati sul piano storico-archeologico, proprio per la forza della logica fallocratica/androcratica dominante.

Negli ultimi decenni, come mette in luce anche questo volume di Syusy Blady, si sta cercando di delineare un’altra storia, un po’ più vera, un po’ meno ideologizzata, un po’ più rispettosa di modelli incentrati sul matriarcato e sui culti femminili. È dovere di ciascun cittadino capire e conoscere il passato per non commettere più gli stessi errori. Se capiamo il passato senza guardarlo con lenti offuscate o deformate possiamo capire il presente, le contraddizioni e le dominazioni che vediamo nel mondo. Se comprendiamo il presente possiamo capire quale strada percorrere tutti insieme per andare avanti nella nostra evoluzione. È chiaro che se il paradigma politico-economico attuale ancora fortemente basato su logiche maschili non cambierà, il nostro destino come specie umana vivente sarà compromesso.

Siamo noi gli artefici della nostra esistenza. Studiare la storia serve a questo: a capire le nostre vere radici, senza le quali non possiamo crescere davvero in modo compiuto, prospero e armonioso.

Tutta un’altra storia” di Syusy Blady, in modo divertente e coinvolgente, ci elargisce variegati spunti su cui riflettere, per aggiungere nuovi tasselli al vasto mosaico del nostro passato, più o meno remoto. Un passato sul quale aleggiano ancora diverse domande e ancora diversi misteri. Solo ricerche archeologiche serie e rigorose, attuate in un’ottica paritaria ed equilibrata tra il femminile e il maschile, potranno spiegare molti quesiti che ruotano attorno alla nostra storia.

Purtroppo, tanti luoghi ricchi di vestigia ancora nascoste, come Israele, la Palestina, la Siria, l’Egitto e l’Iraq, sono tormentati da guerre e instabilità politico-sociali. E purtroppo, tanti storici monumenti del passato sono stati distrutti durante questi conflitti, come se si volesse oscurare un passato scomodo per taluni gruppi di potere.

La storia è una disciplina quanto mai “politica”, è uno strumento che crea la cultura di un Paese, e quindi delle varie civiltà. È da lì, dalle nostre radici storiche, che bisogna partire per evolvere!

Silvia C. Turrin

 

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