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Linosa, volto della Sicilia poco conosciuto

Acqua cristallina che alterna striature verdi a sfumature turchesi, sino a raggiungere l’intensità del blu cobalto. Fondali che nascondono anfratti ricchi di specie marine: vero paradiso per i subacquei. È questo l’habitat naturale che avvolge la piccola isola di Linosa, lembo strappato alla Sicilia e incastonato nel Mar Mediterraneo, che insieme a Lampedusa e Lampione forma l’Arcipelago delle Pelagie. Un nome quanto mai appropriato. Deriva infatti dal termine greco Pelaghià, che significa “isole d’alto mare” e, considerata la loro ubicazione, tra Africa e penisola italiana, non avrebbero potuto chiamarsi in altro modo. 
 
Linosa, in particolare, galleggia placidamente in prossimità della costa tunisina, dalla quale dista circa 160 chilometri. La sua origine vulcanica è ben visibile osservandone il paesaggio. Scogli e faraglioni, alle prime luci dell’alba, così come al calar della sera, si illuminano di suggestive tonalità color ocra e rosso purpureo, mentre antichi crateri, dalle scure gradazioni, testimoniano l’intensa attività di vulcani, ormai spenti. 
 
In questo luogo vige l’ospitale cordialità degli abitanti. Le case, grazie ai loro vivaci colori e alle allegre decorazioni di porte, verande, scalinate, contribuiscono a intensificare il senso di benessere e familiarità che si respira una volta approdati al porto di Linosa. Seppur piccola (ha una superficie di circa cinque chilometri quadrati), l’isola offre numerose possibilità di escursione. Spettacolari panorami si ammirano percorrendo il crinale del Monte Vulcano: punto dal quale si possono scorgere i Faraglioni, imponenti scogli, poco distanti dalla punta  Beppe Tuccio. 
 
Punta Cacarella, estremità meridionale dell’isola, è tra i luoghi più suggestivi insieme a Secchitella, zona conosciuta soprattutto dagli appassionati di immersioni subacquee. I fondali ospitano una ricca fauna sottomarina, che trova rifugio negli anfratti rocciosi. Cernie, pesci pappagallo, dentici sono solo alcune specie di animali marini che popolano le acque di Linosa, mentre la tartaruga Caretta Caretta ha trovato il giusto habitat per la nidificazione e la schiusa delle uova sulla spiaggia di Ponente. L’esistenza di questi rettili è però minacciata non solo dagli uccelli predatori, ma anche dall’inquinamento umano. Ecco perché è sorto a Linosa un centro di recupero delle tartarughe, che lavora per la salvaguardia di questi rettili.
 

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