Africa Ambiente Articoli Natura

Madagascar, la “guerra” della vaniglia

È la quarta isola al mondo per grandezza. La sua superficie, ampia circa 594mila km², racchiude vari ecosistemi: dalle foreste pluviali nella zona orientale, a distese aride dominate da splendidi baobab. In un ambiente così diversificato il Madagascar si rivela uno dei paesi più ricchi in biodiversità. È proprio su quest’isola che viene raccolta una delle spezie più costose e pregiate, la vaniglia. È molto cara poiché il processo di lavorazione è lungo e complesso. Inoltre, negli ultimi anni, i cambiamenti climatici hanno avuto profondi effetti ambientali e geologici, tanto che per un chilogrammo di vaniglia si possono spendere 400 euro. La raccolta è una fase estremamente delicata, in quanto la vaniglia deriva dal baccello di un’orchidea bellissima e fragile, la vanilla planifolia. Sebbene sia originaria del Messico, circa l’80% della produzione mondiale viene dal Madagascar. Non stupisce quindi se sull’isola si può organizzare un itinerario di viaggio proprio lungo la costa della vaniglia.

 

La regione di Sava è quella tra le più importanti. Non a caso, a partire dalla metà di luglio 2018, è attivata la “campagna vaniglia”, al fine di perfezionare e coordinare la professionalizzazione nel settore. L’iniziativa, che punta a migliorare lo sviluppo economico e sociale, si prefigge anche di controllare sia i vari attori della filiera, sia la tracciabilità della spezia. Uno degli obiettivi è quello di contrastare il lavoro minorile, un problema ancora grave, se si considera che solo il 10% dei produttori di vaniglia sono registrati a livello regionale e governativo. Il restante 90% non è ancora sottoposto a verifiche e ciò aggrava lo sfruttamento dei bambini nella filiera legata alla raccolta e alla lavorazione della vaniglia.

Il Presidente della regione Sava, Faustin Velomaro, sostenuto da varie realtà locali e internazionali, ha promosso un progetto per sostenere chi lavora nel settore, a beneficio dei bambini. Un’iniziativa coordinata anche dall’Organizzazione internazionale del Lavoro. Per ottenere un maggior controllo è stata attivata la Carta d’identificazione professionale; inoltre, sarà pubblicata e resa accessibile a tutti la lista delle realtà attive e riconosciute in questo settore.

 

La produzione di vaniglia necessita una regolamentazione anche perché i raccolti sono sempre più minacciati dai cambiamenti climatici, dai tifoni, dalle piogge. È indubbio che la vaniglia sta diventando una spezia rara e dunque sempre più costosa. Purtroppo, questo si ripercuote sulla popolazione malgascia. Anche gli stessi coltivatori di vaniglia sono preoccupati, non solo per le imprevedibilità del clima, ma anche per l’aumento delle bande di saccheggiatori che, indisturbati, hanno iniziato a rubare i preziosi baccelli di questa spezia.

Si parla non a caso di “guerra della vaniglia”. Ma dietro a questa “guerra” ci sarebbe il commercio illegale di palissandro. Questo tipo di legno è molto pregiato e si ricava da varie specie di papiglionacee appartenenti ai generi Dalbergia e Pterocarpus. In Madagascar vige il divieto di abbattere queste specie arboree, quindi chi commercia palissandro è fuori legge. La produzione di vaniglia, in taluni casi, maschererebbe nient’altro che il riciclaggio di denaro ricavato illegalmente dalle vendite di palissandro. Tracciare una filiera certa e catalogare i veri produttori di vaniglia, come intende fare il Presidente della regione Sava, Faustin Velomaro, avrebbe ripercussioni importanti anche sul traffico illecito di legname.

 

Silvia C. Turrin

L’Articolo è consultabile on line anche sul sito di SMA Afriche

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *